Nel cuore della regione spagnola di Castiglia e León, il modesto borgo di Frómista custodisce un tesoro dell’XI secolo: la Chiesa di San Martín. Nonostante la sua vicinanza alla celebre via di pellegrinaggio del Cammino di Santiago, molti viaggiatori la oltrepassano senza conoscere la ricchezza architettonica e spirituale che questo monumento romanico offre. Per gli amanti dell’arte medievale, del patrimonio religioso o del turismo culturale, San Martín de Frómista è una tappa essenziale che racchiude l’essenza di un’epoca ormai lontana.
San Martín de Frómista fu commissionata intorno al 1066 da Doña Mayor di Castiglia, vedova di re Sancho III di Navarra, ed era parte di un complesso monastico oggi scomparso. Diventò rapidamente un punto di riferimento lungo il Cammino di Santiago, accogliendo i pellegrini diretti verso Santiago de Compostela. La posizione strategica della chiesa a Palencia, vicino all’incrocio di antiche strade medievali, ne rafforzò il ruolo spirituale e logistico.
A differenza delle grandi cattedrali che sorsero in seguito lungo il percorso, San Martín fu costruita con sobrietà e purezza, secondo i canoni del primo romanico influenzato dalle riforme cluniacensi. La sua architettura serviva sia alla vita monastica che al passaggio continuo dei pellegrini.
Nel corso dei secoli, la chiesa cadde in rovina e perse molte delle sue strutture originarie, ma un attento restauro tra XIX e XX secolo ne ha riportato alla luce le caratteristiche storiche. Oggi si presenta quasi come nell’XI secolo, permettendo di ammirare una delle più antiche e intatte costruzioni romaniche della Spagna.
La chiesa non è solo un monumento, ma anche un simbolo lungo il pellegrinaggio — un luogo fisico e metaforico di transizione. Situata sull’altopiano della Meseta, dove il viaggio diventa più interiore e meno paesaggistico, San Martín de Frómista offre un momento di elevazione spirituale e architettonica. Gli archi ritmici e la pianta equilibrata evocano l’idea di ordine divino e riposo per i viaggiatori stanchi.
All’interno, la luce danza delicatamente sulle pareti in pietra arenaria, con l’abside semicircolare e la navata a volta che creano un’atmosfera silenziosa, quasi monastica. I pellegrini riferiscono che il sito trasmette un senso di raccoglimento raro, in netto contrasto con luoghi più affollati come Burgos o León.
In epoca medievale, San Martín fungeva anche da punto di ritrovo comunitario durante le festività e le celebrazioni religiose, rafforzando il senso di solidarietà tra viandanti. Ancora oggi, chi percorre il Cammino trova in Frómista un luogo di calma che collega il viaggio fisico all’introspezione spirituale.
San Martín de Frómista è un esempio emblematico dell’architettura romanica spagnola, con pianta basilicale, tre navate, absidi semicircolari e torri cilindriche. Costruita in pietra calcarea calda, la facciata si presenta sobria ma armoniosa, priva di orpelli ma ricca di proporzioni perfette. Le sue dimensioni modeste sono compensate dalla precisione geometrica che conferisce un senso di monumentalità.
Le due torri campanarie che fiancheggiano la facciata ovest sono tra gli elementi più riconoscibili, anche se alcuni storici ipotizzano che siano state aggiunte in un secondo momento. I beccatelli lungo la linea del tetto sono scolpiti con creature fantastiche e figure umane, un tratto distintivo dell’arte simbolica romanica destinata a istruire e proteggere.
Ogni capitello all’interno della chiesa racconta una storia: dalle scene bibliche agli animali mitologici, le decorazioni riflettono la funzione didattica dell’arte lapidea medievale. Le volte e gli archi sono sostenuti da colonne sottili che donano slancio verticale, mantenendo un’atmosfera sobria ma solenne.
I capitelli di San Martín sono piccoli capolavori di narrazione scolpita. Tra i più noti figurano le rappresentazioni di Daniele nella fossa dei leoni, la storia di Sansone e motivi vegetali astratti. Queste immagini fungevano sia da sermoni visivi per i fedeli analfabeti sia da strumenti di meditazione per monaci e sacerdoti.
Degni di nota sono anche i mostri e le figure ibride scolpite nei modiglioni, pensati per scacciare il male o simboleggiare i vizi umani. Questo intreccio di sacro e profano è tipico dello stile romanico e riflette la visione complessa del mondo medievale.
Le decorazioni non sono semplici ornamenti, ma elementi funzionali allo scopo pedagogico e spirituale dell’edificio. Grazie al restauro accurato, i dettagli rimangono sorprendentemente leggibili e continuano a offrire preziosi spunti sull’arte e sul pensiero dell’XI secolo.
Oggi Frómista mantiene viva la sua vocazione pellegrina attraverso ostelli, segnaletica e il passaggio quotidiano dei camminatori. I pellegrini che arrivano da Carrión de los Condes fanno spesso tappa qui prima di proseguire verso León. La chiesa è aperta ai visitatori tutto l’anno ed è considerata uno dei principali monumenti architettonici della provincia di Palencia.
Il Canal de Castilla, una grande opera idraulica del XVIII secolo che attraversa Frómista, aggiunge ulteriore fascino al borgo. I visitatori possono esplorarne le chiuse e i percorsi a piedi, combinando natura e cultura in un’unica sosta. Le iniziative turistiche locali propongono visite guidate che includono la chiesa, il canale e musei nelle vicinanze.
Tappe vicine come Villalcázar de Sirga e Castrojeriz arricchiscono l’esperienza culturale del Cammino. San Martín rimane però un punto di riferimento spirituale grazie alla sua semplicità e alla sua forza simbolica.
Negli ultimi anni, l’intervento di enti culturali e dello Stato spagnolo ha garantito la conservazione di San Martín de Frómista come parte viva della storia. Il suo status di Bene di Interesse Culturale assicura la sua protezione e l’integrazione nelle rotte del turismo regionale.
Pur non possedendo la grandiosità delle cattedrali di Santiago o Burgos, l’autenticità e la coerenza architettonica della chiesa la rendono preziosissima. Il suo carattere intatto è ciò che attrae i visitatori in cerca di un legame più intimo con la storia spirituale del Cammino.
Sia che venga visitata come parte del pellegrinaggio, sia come deviazione culturale, San Martín de Frómista ripaga la sosta con la sua purezza romanica e la sua profondità simbolica, rimanendo un pilastro silenzioso della memoria europea.